Isola di Sant'Antioco
L'Isola di Sant'Antioco, così chiamata in onore del Santo che per primo portò la religione cristiana in questi luoghi, è situata all'estremo sud ovest della Sardegna ed è ad essa legata da un ponte e un istmo artificiale. È la quarta isola d'Italia per estensione, subito dopo Sicilia, Sardegna e Isola d'Elba. Il suo territorio è diviso tra i comuni di Sant'Antioco, il centro più importante dell’isola, e Calasetta.
Abitata già in epoca preistorica da popolazioni native dell'età nuragica, attorno al IX secolo a.C. fu fondato dai fenici, nella parte nordorientale dell’isola, un insediamento urbano denominato Sulki. In seguito fu conquistata dai cartaginesi attorno al VI secolo a.C. e poi sottomessa all'impero romano dopo le guerre puniche col nome di Sulcis, da cui il nome attuale della regione circostante. Dopo la caduta dell'impero romano fu annessa all'impero romano d'oriente e godette di relativa autonomia sotto il Giudicato di Cagliari. Subì invasioni barbariche, dominio pisano ed aragonese fino a quando fu annessa con tutta la Sardegna al Regno di Sardegna dei Savoia.
La costa dell'Isola di Sant'Antioco regala scorci di rara bellezza, con le sue numerose spiagge, relativamente poco affollate anche nei periodi di altissima stagione, e le altrettante scogliere. Per chi ama la comodità si consigliano le spiagge attrezzate di Maladroxia, Coe Quaddus o Calasetta, dotate di chioschi e servizi igienici; o anche le spiagge di Is Portixeddu (prima di Maladroxia) o Turri (dopo Coe Quaddus), alle quali si accede tramite discese un po’ ripide. Oltre a queste spiagge si può trovare un’ampia scelta tra scogliere dove regnano il silenzio e la tranquillità, come Cala Sapone e Cala Signora, che presentano fondali di estremo interesse per le attività subacquee.
Oltre al mare, l’isola di Sant'Antioco offre anche ambiente e cultura: la zona del Su Semaforu (zona Capo Sperone) offre un paesaggio spettacolare da cui è possibile ammirare il mare e la costa più estrema della Sardegna (Capo Teulada). Gli stagni circostanti costituiscono una zona umida di grande interesse faunistico, nella quale si possono osservare fenicotteri rosa, cormorani, garzette, gabbiani ed altre specie di uccelli acquatici, oltre al Falco della Regina.
I siti di maggiore interesse culturale sono:
- Museo archeologico: racconta la storia dell’antica città fenicio-punica di Sulky, e costituisce la più importante esposizione della cultura fenicio-punica nel mediterraneo. Sono presenti ben quindicimila pezzi di inestimabile valore archeologico: ceramiche, coppe, mosaici e gioielli di pregevole fattura, spesso aurei. Le imponenti statue di due leoni, quasi del tutto integre, anticamente poste ai lati di una delle porte della città. Particolare risalto è dato alla tomba punica di via Belvedere, la più antica tomba punica rinvenuta a Sant'Antioco.
- Museo etnografico: espone gli strumenti utilizzati per le particolari lavorazioni e attività che in passato si svolgevano sull’isola, come la lavorazione della palma nana, la panificazione, la lavorazione del formaggio, la coltivazione della vite e la vinificazione, il lavoro nei campi, le attività del falegname, del mastro bottaio e del maniscalco, oltre che i diversi tipi di carretti sardi. Sono documentate inoltre le tecniche e le attrezzature necessarie per la lavorazione del bisso, un filamento prodotto dalla nacchera, scientificamente denominata "Pinna nobilis", dalla quale si ricava un prezioso filato utilizzato per guanti, sciarpe e altri capi di abbigliamento pregiati.
- Basilica di Sant'Antioco: costruita a cavallo tra il V e il VI secolo d.C., è una delle prime chiese cristiane del Mediterraneo nonché una delle tre chiese più antiche della Sardegna. Ospita le spoglie del beato martire Antioco, sepolto nell'area catacombale sottostante alla basilica nel 127 d.C.
- Necropoli punica e tophet, da cui si può accedere direttamente dal museo
- Altri siti si possono ammirare sparsi per il paese come il Ponte Romano all’entrata del paese o il Forte su Pisu nei pressi del vecchio centro storico.
L'isola di Sant' Antioco si caratterizza anche per la sua antica cultura tutt'oggi ben radicata. Quindici giorni dopo Pasqua si celebra la Sagra di Sant'Antioco, protettore dell'isola e santo patrono della Sardegna. I carri vengono addobbati a festa e da tutta l’isola arrivano decine di gruppi folkloristici che sfilano lungo le strade del paese, con i loro variopinti costumi tradizionali, a seguito del simulacro del santo. La Sagra di Sant'Antioco è la più antica festa religiosa documentalmente attestata in Sardegna. Il primo di agosto, per i turisti, si celebra un'altra edizione della sagra in onore del santo, anche questa con processione religiosa e parata di gruppi in costume.
Infine, interessante l'enogastronomia locale con piatti, di terra e di mare, caratteristici, come i vini (il vitigno "carignano" fu importato dai Fenici).