Provincia di Carbonia-Iglesias
La provincia di Carbonia–Iglesias, una delle quattro neoprovincie dell'isola nonchè la più piccola provincia sarda per estensione, è situata nella zona sud-occidentale della Sardegna; si affaccia a sud e ad ovest sul Mar Mediterraneo, e confina a nord con la Provincia del Medio Campidano e ad est con la Provincia di Cagliari. I suoi confini provinciali comprendono anche le isole di San Pietro e di Sant'Antioco. I comuni più importanti sono Iglesias, uno dei più importanti centri medievali della Sardegna, e Carbonia.
Territorio della provincia di Carbonia-Iglesias
Il territorio della provincia di Carbonia-Iglesias è caratterizzato da coste rocciose sulla fascia occidentale e da un entroterra di grande interesse paesaggistico, un ambiente incontaminato e selvaggio nel quale sono state create diverse aree protette, come il Parco del Sulcis, che occupa una grande area di paesaggio aspro e quasi completamente disabitato.
Il litorale offre un paesaggio estremamente vario e incontaminato, caratterizzato da coste che si snodano per decine di chilometri in un susseguirsi di spiagge bianche, calette, insenature e imponenti scogliere. Lungo la costa si incontrano la spiaggia di Portixeddu, Fontanamare, la scogliera di Porto Paglia, le isole di San Pietro e Sant’Antioco, il Golfo di Palmas, Porto Botte e infine la baia di Porto Pino.
Si trovano inoltre aree di grande bellezza naturalistica e quindi di grande interesse turistico ed escursionistico, come il Monte Linas, un vasto sistema montuoso all’estremo nord-est della provincia che ben si presta a escursioni naturalistiche e soste in agriturismo, e il Monte Is Caravius, ai confini con la Provincia di Cagliari. Dall'alto dei suoi rilievi, ricchi di foreste, si scorgono gli ampi paesaggi collinari e pianeggianti, e in lontananza il mare fino alle vicine isole di San Pietro e di S.Antioco.
La zona del sulcis-iglesiente costituisce uno dei maggiori distretti minerari dell’ Europa occidentale, grazie alla varietà e all’importanza delle attività minerarie che si sono svolte nel territorio: miniere di piombo, zinco, rame, argento, stagno e ferro e i giacimenti di carbone. Oltre alle numerose cavità artificiali realizzate dall'uomo per l’estrazione mineraria, nel territorio si possono trovare inoltre diverse grotte naturali che conferiscono al paesaggio un aspetto molto particolare; tra queste, le grotte di Is Zuddas a Santadi e quella di Su Mannau a Fluminimaggiore.
Tra tutte spicca, per singolarità e bellezza, la Grotta di Santa Barbara all'interno della miniera di San Giovanni, nei dintorni di Iglesias. La grotta è formata da un salone di forma ovoidale, la cui parte inferire è occupata da un laghetto, che ospita imponenti colonne di aragonite azzurra e calcare e da enormi stalattiti; ma ciò che la rende particolare sono i cristalli di colore rosato che rivestono le pareti e le volte. Non possedendo comunicazioni dirette con l'esterno e accessibile solamente attraverso la miniera, la Grotta di Santa Barbara si è conservata in maniera quasi perfetta.
Carbonia e dintorni
Carbonia, il più importante centro sulcitano, nasce nel 1938 sulla scia dello sfruttemnto dei ricchi giacimenti di carbone della zona. Nella città, che si caratterizza per l'impianto urbanistico e architettonico tipico del ventennio fascista, si può visitare la Chiesa di San Ponziano, costruita interamente in pietra vulcanica a vista, la Torre Civica, alta 27 metri, ed il Teatro comunale. Partendo dalla centrale Piazza Roma, imboccando Via Napoli, si può visitare il Museo Archeologico di Villa Sulcis, che custodisce numerosi reperti risalenti ai diversi periodi storici rinvenuti nella zona. Infine, nella lunghissima e centralissima Via Gramsci è possibile passeggiare, fare acquisti o ristorarsi nei vari locali presenti.
A circa un chilometro da Carbonia, sulla sommità del Monte Sirai, si trovano i resti di un centro fortificato fenicio-punico risalente al VII secolo a.C. L’insediamento svolgeva originariamente una funzione militare, con lo scopo di proteggere il territorio sulcitano dagli attacchi provenienti dall'interno della Sardegna sud-occidentale, ma nel corso dei secoli venne usato anche come luogo di culto. L'ingresso principale si apre nella parte nord-orientale della cinta muraria che circonda la fortezza, e conduce ad una piazza nella quale si trova il mastio, il fulcro dell'acropoli, costruito sulle rovine di un nuraghe. All’esterno della cinta muraria si trova la necropoli, che comprende una dozzina di tombe, e l'area sacra con il tophet, dove si svolgevano i riti sacrificali.
Di grande interesse naturalistico la vicina laguna di S. Antioco, presso la quale si possono osservare fenicotteri rosa, garzette, aironi, folaghe e avocette.
Iglesias e dintorni
La città di Iglesias, situata ai piedi del monte Marganai, condivide con Carbonia il ruolo di capoluogo della provincia. Da sempre legata all'attività mineraria, che sin da epoca preistorica ha sfruttato le ricchezze del sottosuolo di queste zone, Iglesias nasce nel XIII secolo come fortificazione della Repubblica Marinara di Pisa, prima col nome di “Villa Ecclesiae” e successivamente “Villa di Chiesa”; caduta in mano agli Aragonesi nel 1324, la città venne cinta da un robusto sistema di fortificazioni, le cui alte mura merlate sono ancora oggi visibili.
Nel centro storico si trova la Cattedrale di Santa Chiara, costruita alla fine del XIII secolo e rimaneggiata nel XVI secolo, e la vicina Chiesa della Madonna delle Grazie, edificata nel XIII secolo. In stile gotico-catalano è la Chiesa di San Francesco, con annesso il convento, del XVI secolo, mentre al XVII risale la Chiesa della Purissima. Fuori dalla cinta muraria si trova la Chiesa di Santa Maria di Valverde, costruita alla fine del XIII secolo, forse dalle stesse maestranze pisane chiamate a costruire la Cattedrale, e rimaneggiata alla fine del XVI secolo.
Non lontano da Iglesias si trovano i centri costieri di Masua e Nebida che, oltre alla bellezza delle scogliere, delle spiagge e delle cale, conservano le tracce ben visibili degli impianti di estrazione mineraria risalenti al XIX e XX secolo, come le strutture di Porto Flavia, costruito nel 1924 e abbandonata intorno agli anni '60, punto d'imbarco a strapiombo sul mare del minerale cavato nelle vicine miniere. Dalla spiaggia di Masua si gode inoltre lo straordinario panorama sul Pan di Zucchero, un faraglione di roccia calcarea bianchissima che emerge dal mare per un'altezza di 132 m di fronte alla punta di Is Cicalas.
Siti archeologici nella provincia di Carbonia-Iglesias
Nel territorio della provincia si possono trovare numerose testimonianze dei diversi periodi storici e delle diverse civiltà che lo hanno popolato: al periodo prenuragico e nuragico appartengono le tombe dei giganti, le domus de janas, i grandi nuraghi di Seruci a Gonnesa, 'S'Omu e S'Orcu' a Domusnovas, e Sirai a Carbonia; del periodo fenicio-punico è possibile visitare l'acropoli e la necropoli di Monte Sirai, vicino Carbonia, e l'imponente tempio di Antas a Fluminimaggiore; a Siliqua ed Iglesias è possibile visitare i resti dei castelli medioevali, tra cui il maestoso Castello di Siliqua.
La provincia di Carbonia-Iglesias offre anche diversi siti di archeologia industriale: le sue numerose strutture minerarie rappresentano un grande patrimonio storico, ambientale e architettonico, costituito dai vecchi edifici, dai macchinari risalenti al XIX secolo, talvolta ancora funzionanti, il tutto racchiuso in un paesaggio suggestivo e selvaggio. Alcune miniere sono aperte al pubblico, come la galleria di Porto Flavia nella miniera di Masua a Iglesias, la Galleria Henry nella miniera di Buggerru, le miniere di San Giovanni e di Monteponi nelle omonime frazioni del comune di Iglesias. Altre strutture minerarie, come il complesso minerario di Rosas nel comune di Narcao e la laveria nel comune di Buggerrui, sono oggi in fase di ristrutturazione e riconversione turistica.
Prodotti tipici della provincia di Carbonia-Iglesias
Tra i prodotti tipici della provincia di Carbonia-Iglesias spicca su cifraxu, un particolare pane dalla crosta croccante e dalla mollica morbida. Si può gustare il cascà, variante sarda del cous cous tunisino accompagnato da verdure, insieme a piatti di mare come la cassola, una zuppa di pesce servita su fette di pane, e gli spaghetti alla carlofortina, a base di tonno fresco, alimento molto usato nella gastronomia locale. Tra i vini, si può gustare i rossi Carignano e Cannonau, tipici di tutto il territorio della Sardegna meridionale.